All'home festival di Treviso arrivano gli immortali Duran Duran
TREVISO. “… E mentre cerco di farmi strada verso il mondo comune, imparerò a sopravvivere”. C’è da scommettere che in molti questa sera, giovedì 31 agosto, all’Home Festival, durante il ritornello di “Ordinary World”, uno dei successi più colossali dei Duran Duran, non riusciranno a trattenere una lacrima.
New romantic, primi esponenti del teen idol (feticci delle ragazzine urlanti) e band di plastica: quanti aggettivi sprecati, ogni tanto a sproposito, per il gruppo di Simon Le Bon, Nick Rhodes, Roger e John Taylor (con Dominic Brown attuale chitarrista aggiuntivo). Icone acclarate degli anni Ottanta del synth pop e dei primi videoclip esteticamente densi di colori, profondità e mossette, i Duran Duran hanno saputo abbattere il muro della propria auto-ghettizzazione a un genere in un modo molto semplice: crescendo.
Sono ormai lontani i tempi di “Rio” (1982), capolavoro di un periodo irripetibile della storia della musica, in bilico tra new wave e pop zuccheroso; i Fab Five, così soprannominati all’epoca per distinguerli dai Beatles, hanno attraversato periodi di totale distacco dallo showbiz per poi tornare con stile e saggezza, donati dalla vecchiaia. Album come “Red Carpet Massacre” (2007), “All You Need Is Now” (2011) e l’ultimo “Paper Gods” (2015) testimoniano la loro ritrovata vena artistica e la voglia di stupire e stupirsi, testando nuove strade sonore e andando a cercare anche una certa dose di sperimentazione.
Treviso. Nella prima giornata, a ingresso gratuito, si presentano in ventimila. Code sulla Noalese in serata, lunghe attese per metal detector e controlli
Oltre cento milioni di dischi venduti, più di venti pezzi presenti nella Billboard Hot 100 (la classifica americana dei singoli) e una trentina nella Top 40 del Regno Unito. Una dote di tutto rispetto, per Simon Le Bon: l’idolo delle teenager di mezzo mondo, arrivato a conquistare cuori persino nel lontano Giappone, ha superato indenne gli eccessi degli anni Ottanta mantenendo inalterato lo stile e la creatività, a 360 gradi. Fattore di notevole importanza, considerando che la band ha sottolineato con forza ogni aspetto della propria arte come parte fondamentale della carriera e del successo. Negli anni Novanta, probabilmente il loro periodo (almeno inizialmente) più artisticamente buio, esordirono nella pubblicità con Vivienne Westwood e nel 2000 con Giorgio Armani.
Va pure ricordato il dettaglio storico che i Duran Duran arrivano all’Home a trent’anni esatti dal concerto tenuto a Treviso – Città Spandau – dell’agosto 1987 dai più diretti competitori rock degli anni Ottanta: gli Spandau Ballet. Che si esibirono gratis a Prato della Fiera per ventimila trevigiani che avevano “vinto” il concerto grazie a un concorso delle merendine Mars.
Cosa aspettarsi quindi dal concerto di oggi? Tutte le hit: dalla già citata “Ordinary World” a “Save a Prayer”, passando per “Wild Boys”, ovviamente. Ma ampio spazio sarà dedicato al periodo meno “bamboleggiante” e più pregno di contenuti e ricerca: su tutti, i brani di quel gran disco che risponde al nome di “All You Need Is Now” e gli ultimi acuti densi di collaborazioni, presenti in “Paper Gods”. Inizio concerto alle ore 21; biglietto per il singolo giorno a 35 euro più prevendita, abbonamento full festival a 110 euro. I ticket saranno disponibili anche in cassa, a prezzo intero.